Depressione

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La Depressione o più esattamente il Disturbo Depressivo Maggiore rientra tra i disturbi dell’umore. Essa è caratterizzata,  da alcuni sintomi tra questi:

  • Umore depresso per la maggior parte del tempo;
  • Perdita o marcata diminuzione di interessi o di piacere nella vita;
  • Significativa perdita o al contrario aumento di peso e cambiamenti nell’appetito;
  • Disturbi del sonno quali insonnia o ipersonnia;
  • Agitazione o rallentamento psicomotorio;
  • Affaticabilità o mancanza di energia;
  • Sentimenti di autosvalutazione o di colpa;
  • Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi;
  • Pensieri ricorrenti di morte.

 

Modelli eziologici

Per comprendere l’eziologia della depressione è necessario prendere in considerazione tanto l’aspetto biologico, quanto quello psicologico.

Per quanto concerne il primo le ipotesi sono molte e le più accreditate riconducono tale disturbo ad un deficit dei meccanismi di regolazione dei sistemi omeostatici della noradrenalina, serotonina e dopamina.

I sistemi noradrenergici si attivano in situazione di stress e dal loro malfunzionamento derivano sintomi quali la diminuzione della concentrazione, la perdita di interessi, l’anedonia ed il rallentamento psicomotorio. La serotonina, invece, è implicata nella regolazione di vari comportamenti quali il controllo del ritmo sonno-veglia, l’alimentazione ed il controllo dei ritmi circardiani. Infine la dopamina sembra agire sui fenomeni di ricompensa e sulla motivazione per cui un deficit nella regolazione di questo neurotrasmettitore determina deficit cognitivi e motori propri di una situazione di learned helplessness.

Altre ipotesi parlano di disregolazione nella produzione di alcuni ormoni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide. Rimane però da chiarire se tali alterazioni siano le cause o piuttosto gli effetti di uno stato depressivo.

Per quanto concerne l’aspetto psicologico mi sembra interessante introdurre brevemente l’ipotesi cognitiva facendo riferimento alla teoria di A. Beck.

Ognuno di noi nel corso della vita sviluppa delle conoscenze su di sé e sul mondo circostante che originano da apprendimenti derivati da eventi esterni o dalle relazioni con le altre persone. Per cui ad es. pensiamo di esser competenti in base alle proprie capacità lavorative o che gli altri sono affidabili in base a come le persone si sono comportate con noi.

È stato dimostrato che nelle persona depressa si attivano per lo più  pensieri negativi su di sé, sul futuro e sul mondo, che aggravano la sua visione pessimistica. Per cui egli ad es. inizia a considerarsi inetto ed incapace ed a pensare che tutti lo evitano o gli facciano richieste esorbitanti e che le sue sofferenze non avranno mai fine.

Nelle depressioni leggere l’individuo è in grado di comprendere l’irrazionalità di alcuni suoi pensieri negativi. Man mano che tali pensieri iniziano a diventare sempre più frequenti e pervasivi la persona perde gradualmente la sua obiettività.

 

Trattamento

Il trattamento cognitivo comportamentale è rivolto a contrastare i pensieri negativi attraverso varie modalità quali l’apprendimento di strategie utili a risolvere le specifiche problematiche; l’utilizzo di tecniche volte a migliorare l’umore ed a sviluppare una visione alternativa ed obiettiva della realtà circostante.

Bibliografia
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Pubblicato da Sonia Sardo

Dott. ssa Sonia Sardo Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale a Palermo e Castelvetrano (TP) cell: 3291695791.